A servizio della carità, Ed. Congregazione Figlie di Maria Addolorata, Chioggia (Venezia), 1965.

Presentazione

Edizione speciale

Nel sessantesimo dalla morte del Fondatore 
Della Congregazione "Figlie di M. Addolorata"

Imprimatur 
Clodiae, In festo Corporis Christi, 1965 
+ Joannes Baptista Episcopus

PRESENTAZIONE

L'esercizio delle opere caritative, che costituiscono la pratica traduzione del messaggio evangelico, è stato tenuto sempre in onore nella Chiesa fin dai primissimi tempi, quando la rivoluzione dell'amore si esemplificava nella cura delle vedove e nell'appassionato slancio verso i poveri. 
Questa nota distintiva si è espressa lungo i secoli in mille modi: dal Medioevo con i suoi Monasteri centri di civiltà e di aiuto per i derelitti, agli Ordini mendicanti; dalle iniziative della controriforma che proprio nell'aiuto al prossimo trovavano l'argomento migliore da contrapporre alle eresie disgregatrici, alle famiglie religiose di cui è stato ricco il secolo diciannovesimo.
In questo generale tema della carità, che presenta alle genti il vero volto della Chiesa, trova il suo inserimento la Congregazione delle Figlie di Maria Addolorata, nata a Chioggia nella seconda metà del secolo scorso sotto l'impulso di un generoso cuore sacerdotale, nel tentativo di raccogliere e cristianamente educare le orfanelle abbandonate.
E' sintomatico che in una città, nota per la sua atavica indigenza e ricca di una sua tradizionale povertà si sia sviluppata una famiglia religiosa sospinta dal desiderio di raggiungere nel nome di Cristo le fanciulle sole, prive del calore di un cuore materno; una Congregazione che abbia avuto in sé tanta forza di penetrazione e tanta Grazia divina da attraversare il difficile periodo della necessaria formazione per giungere alle dimensioni di una consolidata Comunità, destinata ad allargare la sua influenza nel vasto campo della Chiesa.
E' proprio dalle sue umili origini in ambiente marinaresco, che la Congregazione accennata trae il vanto di una missione che la onora. Il ricordo di essere nata protesa verso i più piccoli e i più soli, fa sottolineare una funzione tuttora valida nell'esercizio della carità, fa affondare il perché della sua esistenza nella sostanza evangelica, quasi a riverberare le parole del Maestro Divino: "Chi accoglierà uno di questi piccoli nel mio nome, accoglierà Me" (Mc IX-37).
La storia della Congregazione non manca alle sue origini di spunti interessanti e, a volte, diremmo sorprendenti. Ma ci sembra che attraverso tutte le vicissitudini che accompagnano sempre il sorgere di una iniziativa benefica in seno alla Chiesa, non possa essere dimenticato quello che risulta come il motivo di fondo di ogni progresso e di ogni difficoltà: l'appassionato amore per i piccoli. 

Esso ha formato, per così dire, l'assillo quotidiano del Fondatore Padre Emilio Venturini e della Confodatrice Sr. M. Elisa Sambo. Né è da stupirsi se ancor oggi, a distanza di parecchi decenni dal suo sorgere, pur nel moltiplicarsi delle sue attività, la Congregazione vuol tenere fede a questo suo nativo indirizzo.
Il giorno d'oggi, pur con l'avvento della civiltà tecnica, non può soppiantare in nessun modo la caratteristica dell'amore verso il prossimo; soprattutto se questo amore è rivolto ai piccoli, oggetto delle predilezioni divine. E proprio come dimostrazione di questa azione eminentemente cristiana, sempre attuale ed operosa, sono sorte le Figlie di Maria Addolorata. Esse vogliono rispondere ad un interrogativo che il mondo continuamente si pone: se il messaggio di Cristo riesce a farsi largo in mezzo agli egoismi con una evidenziata pratica di vero amore.
Anche quando vuol essere pieno di slancio, ma senza il segno vivificatore di Cristo, il mondo non sa andare più in là della solidarietà, della filantropia, della comprensione, ricorre a forme isolate di generosità, ma non sa mostrare un'anima in questo suo dare.
Come le altre provvidenziali famiglie religiose, le Figlie di Maria Addolorata tentano di portare avanti la linea dell'amore, ma con una donazione che vuole essere totale, nella speranza di cooperare al bene dei piccoli, alla salvezza degli adulti, fiduciose di preparare tutti a una vita di fede.
In questo lavoro esse mostrano un'anima: la carità del Salvatore, in Asilo o in corsia, sempre sotto il manto di Colei, che nel suo mesto sorriso, le benedice e le introduce all'intimità di una vita che è guadagnata perché, come quella di Cristo, si dona per il fratello.

d. A. Bonivento