La vita di madre Elisa si svolge nella città di Chioggia. Della famiglia e dell’infanzia di Domenica Elisa, così venne chiamata il giorno del battesimo, non abbiamo molte notizie.
Elisa è la quarta di sette fratelli di cui tre sono morti in tenera età. Nacque il 27 dicembre 1816 da Giacomo Sambo e da Maria Rosaria Paola Bonivento in Calle Muneghette al numero 168.
Fu battezzata due giorni dopo nella parrocchia della Cattedrale dedicata alla Vergine Assunta in cielo.
Ricevette nella sua famiglia, profondamente cristiana, gli esempi e gli insegnamenti di una vita secondo il vangelo e alimentò i sentimenti di una profonda devozione e pietà.
Elisa ha potuto usufruire anche dell’istruzione scolastica fino a conseguire il diploma di insegnante.
Questo ci permette di affermare che la sua famiglia apparteneva al ceto benestante, poiché solo un’esigua rappresentanza del mondo femminile, di estrazione sociale media, poteva godere di una discreta educazione.
Elisa si portava, fin da bambina assieme alla mamma, nella Chiesa di san Giacomo a lodare il Signore e a supplicare la Vergine con la spontaneità e la semplicità dei bambini.
E’ nella contemplazione di Maria che custodisce sulle ginocchia il Figlio morto, che Elisa sperimenta la tenerezza della Vergine Addolorata.
Ella vede in questo atteggiamento della Vergine una “nuova generazione”. E’ la Madre che rigenera il Figlio affinché la vittoria sulla morte possa raggiungere tutti gli uomini.
Traeva ispirazione dalla Vergine Addolorata che sotto la croce aveva ricevuto da Gesù morente, in Giovanni, l’intera umanità da portare in grembo per una nuova gestazione.
La situazione delle adolescenti era molto precaria: esse mancavano di istruzione, erano orfane e trascorrevano il giorno sui ponti, lungo le calli e nelle osterie a chiedere l’elemosina.
Elisa guardava “ alla mappa della sofferenza infantile cittadina con l’occhio vigile e solerte della madre. Ed è questa icona che rimane impressa nel suo animo e nell’animo di padre Emilio con una forza incarnatoria tale che porterà alla fondazione della Congregazione. Le calli sono quindi le prime testimoni attente e silenziose di palpiti di carità e di operosità.
All’origine una donna intrepida
Chi t’ha mai conosciuta così:
volitiva, forte, generosa, donna Elisa?
Le situazioni avverse non t’hanno fermata
alla soglia delle tue decisioni.
Di tempra virile
incoraggiavi nell’avversa sorte,
quando scemava
l’apprezzamento dei sostenitori.
La povertà non ti bloccava.
Ma come? Aiutare gli indigenti
da indigente! Chi l’ha mai udito!
eppur hai vinto.
Lo sguardo lungimirante
non fallì il bersaglio.
T’ardeva il cuore in petto
alla vista di fanciulle in tanto abbandono.
Il ciel si compiacque di tanta
amorevole sollecitudine
e fece scendere copiosa
la sua rugiada.
(Suor Chiara Lazzarin)